Archivio per PISA

Il Sistema Comune Trasparente Per Tutti

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Abbiamo lavorato per rendere la trasparenza

strutturale all’organizzazione e al funzionamento del sistema comunale.

Solo  il cittadino che conosce, partecipa.

In questo senso la trasparenza è una “prestazione essenziale”

garantita dalla Nostra Costituzione 

art.117, comma 2, lettera m, della Costituzione.

In questi mesi di impegno come assessore ho lavorato per dare massima priorità  all’approvazione dei regolamenti che rappresentano la strumentazione indispensabile per garantire la trasparenza sia nella accezione costituzionale di “prestazione essenziale” sia  in quella che è la vera novità, rappresentata dallo stretto rapporto che si crea fra legalità e trasparenza, la quale, a sua volta, comporta l’accessibilità totale alle informazioni circa i processi di erogazione dei servizi e l’impiego delle risorse pubbliche, al fine di consentire un controllo democratico sul complesso dell’attività amministrativa.

La trasparenza non si ferma al Comune, ma è  vincolante anche per tutti i soggetti che svolgono la propria attività a favore o per conto del Comune, e rappresenta un obiettivo gestionale e parametro di valutazione della qualità dei servizi prestati

L’EUROPA DELLE CITTA’

C’è un volto dell’Europa che noi italiani conosciamo poco, un volto fatto di milioni di persone soddisfatte per aver ottenuto dalle istituzioni europee un aiuto concreto per realizzare i loro progetti. Sono i beneficiari dei finanziamenti dell’Unione Europea. 

I fondi europei sono una scelta non solo economica, ma di mentalità. L’europrogettazione vuole trasparenza, tempi di realizzazione certi. Non viene calata dall’alto, nasce dalla buona amministrazione e premia impegno e merito.

Noi dell’Italia dei Valori, vogliamo aprire in Italia un dibattito nazionale sullo scempio del mancato utilizzo di fondi europei e lo facciamo a Pisa, una città in controtendenza rispetto a questo spreco di risorse. A Pisa nei cinque anni, in cui la crisi finanziaria è nata e cresciuta a dismisura, si è investito grazie anche ai finanziamenti europei. L’Italia è 26° sui 27 paesi europei per utilizzo dei finanziamenti EU, Pisa, invece, l’opportunità non se l’è lasciata sfuggire e ha utilizzato, fondi diretti e indiretti, per migliorare la qualità della vita cittadina, finanziare la riqualificazione urbana, nuovi percorsi turistici, nuovi luoghi di aggregazione, poli scolastici e la spesa sociale. 

Hanno aderito moltissimi giovani laureati, perchè la formazione è merce rara in questi anni di tagli ed è più preziosa dell’oro per uscire dalla crisi. C’erano professionisti, medici, piccoli imprenditori, operatori sociali, associazioni, ricercatori, tutta quella società che non si arrende alla crisi e può trovare nei fondi europei il mezzo per realizzare progetti e creare lavoro.

Questa è la politica in cui noi crediamo.

Una politica che serve ai cittadini e che non si serve dei cittadini.

 

SONO CANDIDATA AL CONSIGLIO COMUNALE DI PISA

SantinoMarroni

TRASPARENZA

2+2=5

Dall’età del livellamento,

dall’età della solitudine,

dall’età del Grande Fratello,

dall’età del Bispensiero…

tanti saluti! “

Il M5s predica la decrescita
ma pratica
la cementificazione del ragionamento.
 
 
Grillismo o Berlusconismo, sono entrambi votati al Bipensiero.
2+2=5 e chi la pensa diversamente
è un nemico.
 
Il M5s ha deciso che finchè non avrà il 100% non dialogherà con nessuno.
Lancerà solo accuse, proclami e molti NO.
 
 
La trasparenza non deve entrare in questo meccanismo distruttivo,
per questo sono intervenuta ed intervengo.
 
Solo il cittadino che conosce, partecipa.
 
E’ in questo senso, che la trasparenza, è una “prestazione essenziale” , art.117, comma 2, lettera m, della Costituzione. 
 

Abbiamo lavorato per rendere la trasparenza strutturale all’organizzazione e al funzionamento del sistema comunale.

 
Gli strumenti che fanno della trasparenza un bene comune immediatamente esigibile, sono,
in aggiunta alle norme nazionali, i nostri regolamenti,
su cui mi sono impegnata direttamente .
 
E’ una materia complessa, quella dei regolamenti e non fa notizia, ma cambia strutturalmente il modo in cui lavora un Comune e nel nostro caso, lo fa mettendo tutto sotto la lente di ingrandimento della trasparenza.
 
Per garantire la trasparenza
sia nella accezione costituzionale
di “prestazione essenziale”
sia in quella che è la vera novità,
rappresentata dallo stretto rapporto
che si crea fra legalità e trasparenza.
 
I regolamenti rappresentano
la strumentazione
per far funzionare
il Piano anticorruzione,
che, primi in Italia, abbiamo predisposto.
 
 
Direi di andarli a leggere sul sito istituzionale del Comune, ma visto che i grillini non riescono a navigarci, meglio che si fermino prima sul motore di Google e ci arrivino da lì. Si trova tutto.
 
 
Il M5s gioca sul suo sito con il Dlgs 33/2013, un decreto che rende omogenee a livello nazionale le sezioni in cui pubblicare le informazioni.
 
Non è cosa da poco, di fronte ad un numero altissimo di dati e di pagine, tutte pubblicate, il lavoro sulle sezioni è fondamentale, perchè cambierà il modo di avvicinarsi ai siti istituzionali dei Comuni, renderà più immediata la consapevolezza di dove trovare i dati e di come cercarli.
 
 
C’è chi lavora, senza aspettare il 100% dei consensi, anzi, sperando di non averli mai.
I cinque anni appena passati
sono stati gli anni in cui
la crisi finanziaria è nata
ed è cresciuta a dismisura.
 
A Pisa i dati su cui i grillini giocano e scherzano,
hanno significato affrontare la crisi
con risposte concrete,
meglio Ikea,
Porto di Marina,
People Mover,
recupero del Santa Chiara,
Ospedale di Cisanello,
progetti Piuss,
edilizia sociale,
oppure il giochino dei proclami e del NO ?
 
 
Senza i SI che servono per uscire dalla crisi
a pagare sono sempre e solo i cittadini.
 
 
Al gioco del Bipensiero a perdere sono i lavoratori,
le famiglie, i giovani, i pensionati, le donne,
che restano soli sotto il rigore, ovvero,
ciò che il più ricco un per cento della popolazione desidera,
diventa ciò che la scienza economica ci dice che dobbiamo fare”, copywright Paul Krugman.
 
Meglio tornare a pensare,
perchè il futuro dipende da noi
e dalla nostra voglia di cambiamento,
un cambiamento vero, però

UNA GRANDE EMOZIONE

La politica per me è soprattutto passione.

REFERENDUM

Rivedendo queste immagini il cammino della politica, quella vera,

delle idee, della passione, delle differenti visioni del mondo c’è stato e si è sentito.

Ai banchini per la raccolta firme nel 2010 eravamo in pochissimi a crederci, di riuscire a  fermare il nucleare e il legittimo impedimento, non ci credeva nessuno, solo noi dell’Italia dei Valori, insieme prima ai cittadini che hanno firmato e poi, insieme ai milioni di cittadini che sono andati a votare.

Se non è emozione, questo.

Sentirsi uniti in difesa del bene comune in un momento in cui tutto sembra crollare,

ritrovare l’unità sulla difesa dei diritti costituzionali, sui diritti fondamentali di ogni essere umano.

Oggi è ancora più difficile.

La crisi economica è una crisi sistemica, non se ne esce, se non cercando una via d’uscita da un sistema economico che continua a sottrarre immense risorse al cammino produttivo dell’economia e da  un sistema finanziario internazionale degradato e deteriorato.

Serve più politica e non meno politica.

Un’altra politica.

La politica non è tutta privilegi e poltrone.

La politica è idee e cambiamento.

In queste immagini si respira un’altra politica.

Un’altra politica che è cresciuta e continua a crescere.

ALLEANZE NO ALLE SOMME MATEMATICHE MA ALLA SOMMA DELLE IDEE E DEI PROGRAMMI

Ci stiamo avvicinando ai prossimi appuntamenti elettorali, delle amministrative nel 2013 per Pisa e quanto pare ad oggi, delle politiche nel 2012. Difficile parlare di alleanze di governo se prima non si parte da una lettura condivisa della crisi economica.

C’è un’economia che sulle disuguaglianze economiche e sociali è cresciuta e continua a speculare.

C’è un’economia che sull’attacco ai diritti dei lavoratori millanta una via d’uscita dalla crisi, che non arriva mai.

C’è un’economia che con la globalizzazione finanziaria priva di un’altrettanto globale autorità di controllo, ha caricato un’arma pronta a far fuoco ad orologeria contro quello o quell’altro stato, a spese delle popolazioni e dei diritti, dello stato sociale e della libertà dei cittadini e dei loro governi.

C’è una politica che è rimasta a guardare, lasciando all’economia, parte determinante, del suo ruolo di programmazione economica e sociale, adducendo la globalizzazione come giustificazione di una sempre maggiore marginalità.

Il gioco d’azzardo sulla roulette dei mercati globali continua indisturbato.

C’è un’economia da risanare, come sottolinea gran parte del mondo liberale che ha preso le distanze dall’ultraliberismo dell’economia della crisi e una politica che deve recuperare la marginalità di cui soffre dall’inizio della globalizzazione.

Certo che fare meglio del governo Berlusconi, è un obiettivo minimo, ma non basta.

Nella nostra dimensione cittadina, aver fatto una politica in reale CONTROTENDENZA con le scelte del governo Berlusconi, ci pone in una condizione ottimale per continuare a costruire concretamente una vera alternativa.

Per CONTROTENDENZA  intendo il raggiungimento di risultati molto concreti e chiari.

Primo, avere ridotto il debito. Siamo il Comune meno indebitato della Toscana a detta della Cgia di Mestre.

Secondo, avere i conti in ordine. Siamo il comune capoluogo con i conti «più virtuosi» della Toscana secondo l’Ifel. Abbiamo una delle percentuali più basse in Italia, lo 07%, (dati del Sole 24 Ore) di utilizzo di entrate straordinarie per le spese correnti, ovvero non si vive al di sopra dei propri mezzi. Siamo stati tra i primi Comuni d’Italia ad avere approvato il Bilancio di previsione per il 2011, annus terribilis dei tagli a mannaia del governo Berlusconi.

Terzo, avere attratto nuovi investimenti pubblici e privati. Siamo la prima città in Toscana per gli investimenti nell’edilizia sociale e ai primi posti per spesa sociale e socio-educativa rispetto al bilancio comunale. Abbiamo attinto ampiamente ai finanziamenti europei, mentre a livello nazionale l’Italia è al penultimo posto tra gli stati membri, per utilizzo delle risorse comunitarie.

Quarto, siamo la seconda città in Toscana e quinta a livello nazionale, fra i territori d’Italia in cui la cultura produce maggiore ricchezza. Vi ricordate Tremonti, quando diceva che “la cultura non si mangia” ?

Pisa è una città che negli anni drammatici successivi al 2008, è stata comunque una città in movimento, che ha combattuto la crisi invece di ignorarla.

E’ la CONTROTENDENZA di questi anni che ci permette di arrivare al 2013 in una condizione economica e sociale migliore di molte altre realtà toscane e nazionali.

Questa CONTROTENDENZA è il primo fondamento su cui si possono costruire le alleanze per Pisa 2013.

NON E’ PIU’ IL TEMPO DEI TITANI : L’ECONOMIA DEVE CAMMINARE A PASSO D’UOMO

7 milioni di dollari, 400 milioni di dollari odierni, diretti a tutta velocità contro un iceberg, era considerato inaffondabile, andò a picco durante ilviaggio inaugurale.

Nell’aprile 2009, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato in 4.100 miliardi di dollari Usa il totale delle perdite delle banche ed altre istituzioni finanziarie a livello mondiale a causa della crisi del 2008.

Corrisponde ad un reddito annuo di 20.500 dollari per 200.000.000 di lavoratori.

A bordo  il biglietto di sola andata per New York, in prima classe, costava 3.100 dollari : circa 70.000 dollari odierni, quello di terza classe 32 dollari : circa 700 dollari odierni. Su 2228 persone a bordo, solo 705 sono sopravvissute. Del totale dei passeggeri di terza classe, se ne salvò solo un terzo.

La crisi finanziaria del 2008 si è trasormata in una crisi prima economica ed oggi sociale, niente scialuppe per la terza classe.

“All are victims of what people in Britain call “the cuts” — the government’s defunding of civil-society institutions in order to balance the nation’s books. Before the riots, the government had planned to cut 16,200 police officers across the country. In London, austerity means that there will be about 19 percent less to spend next year on government programs, and the burden will fall particularly on the poor.”

New York Times “Cameron’s Broken Windows”

GLOBALIZZAZIONE

“America is in many ways different from Britain, but the two countries today are alike in their extremes of inequality, and in the desire of many politicians to solve economic and social ills by reducing the power of the state.

Britain’s current crisis should cause us to reflect on the fact that a smaller government can actually increase communal fear and diminish our quality of life. Is that a fate America wishes upon itself?”

Richard Sennett, professor of sociology at the London School of Economics and New York University.
Saskia Sassen, professor of sociology at Columbia.

“Sono sul mare da ragazzo, ho navigato a vela, sono naufragato già un’altra volta, conosco i pericoli del mare. Ma questa è diversa.

Per l’imprevisto dell’iceberg?

No, per la sicurezza che avevamo. Anche ora che è successo stentiamo a crederci. Non mi sentirò mai più sicuro. Di niente.”

Che sia un iceberg o le scatole tossiche dei titoli derivati, quando si naviga convinti di essere inaffondabili, senza regole, senza paura, sopra tutto e tutti, prima o poi la corsa si ferma.

La titanica corsa al dominio degli imprevisti finisce con il diventare disumana.

SETTEMBRE

Questo non sarà un agosto di ferie per noi italiani.

I giorni di agosto ci separano da un settembre che fa paura, fa paura per la mancanza di azioni messe a frutto contro la crisi.

Fa paura per la mancanza di un progetto di crescita e di sviluppo, sono ormai troppe le finanziarie che hanno tagliato la crescita, l’innovazione e lo sviluppo.

Se la crisi viene messa sulle tavole delle famiglie italiane mentre la cricca è sempre più avida e vorace difficile immaginare un paese capace di uscire da quell’1% annuo di crescita, ovvero siamo fermi. Quando manca la crescita anche le finanziarie lacrime e sangue non possono nulla per diminuire il rapporto debito/Pil.

neoliberismo

“Il mondo non è stato benevolo nei confronti del neoliberalismo, quella miriade di idee basate sul concetto integralista che i mercati si autocorreggono, allocano efficientemente le risorse e servono bene l’interesse pubblico. È stato questo integralismo di mercato il presupposto stesso del thatcherismo, della reagonomics, e del cosiddetto “Washington Consensus” a favore della privatizzazione, della liberalizzazione e della risoluta concentrazione sull’inflazione da parte delle banche centrali indipendenti … Il fondamentalismo del mercato neoliberale è sempre stato una dottrina politica al servizio di determinati interessi. Non è mai stato sostenuto da una teoria economica, né e dovrebbe essere chiaro, ormai è supportato da un’esperienza storica. Apprendere una volta per tutte questa lezione potrà rivelarsi il piccolo raggio di sole in una nube scura che incombe ormai sull’economia globale.” Joseph Stigliz “La fine del neoliberismo” 7, luglio, 2008

Non si può arrivare a settembre in queste condizioni, troppo pericoloso in mezzo alla tempesta perfetta di cui parlano gli economisti, un elenco lungo di sintomi senza una diagnosi.

La diagnosi del rigore sta andando avanti da oltre tre anni e non ha portato lontano, chi paga sono le popolazioni, la classe media, le classi sociali più a rischio povertà. Aumentano le diseguaglianze e sparisce l’intervento pubblico, bloccato dal rigore che cancella i consumi e blocca la ripresa.

finanza 2008

“Gli storici del futuro guarderanno allibiti alla frenesia taglia-spese che colse le classi dirigenti nella primavera del 2010. In un fremito di panico inconsulto ed euforia irrazionale, organizzazioni internazionali come la Banca centrale europea e l’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo abbandonarono improvvisamente tutto quello che avevamo imparato sull’economia (a caro prezzo) durante le precedenti recessioni e decisero che il rigore di bilancio era la strada da seguire per un mondo in preda alla recessione: anzi, molti sostenevano addirittura che i tagli alla spesa avrebbero avuto un effetto espansivo. “ Paul Krugman,”Quell’irrazionale frenesia di austerity che spazza via ciò che tutte le recessioni ci hanno insegnato”, Il Sole 24 Ore, 24, 09, 2010

Paul Krugman elenca tutti i passi falsi su cui in questi ultimi anni ha camminato l’economia :

L’altra diagnosi che da anni viene ripetuta nelle aule universitarie, dentro gli articoli dei premi Nobel, ma anche sulla bocca della gente, è troppo rivoluzionaria ?

Serve più stato e non meno stato, serve più spesa pubblica per far ripartire la società e la crescita, per correggere le diseguaglianze alla base dell’economia della crisi che su di esse specula e guadagna.

Joseph Stigliz :

Dobbiamo recuperare molte delle cose che sapevamo e che abbiamo dimenticato, per esempio, quando l’economia è debole la spesa pubblica stimola l’economia. “

“I modelli economici cui facevamo riferimento prima della crisi del 2008, non hanno né preannunciato la crisi, né ci hanno fornito gli strumenti per affrontarla, quando è arrivata. “

“Non siamo riusciti a riformare il sistema finanziario e la vulnerabilità è in un certo senso anche maggiore, mentre la nostra capacità di rispondere alla crisi è minore, per l’aumento del debito che è una conseguenza della crisi”

DIAGNOSI :

“Quello di cui oggi abbiamo bisogno è STIMULATION, la politica di controllo di bilancio non ha funzionato, finanziare la spesa pubblica è invece quello che serve, anche in momenti di austerity.”

Dopo un crollo dei mercati come quello del 2008, senza l’intervento pubblico che ha salvato banche e assicurazioni, cosa sarebbe successo ? Dopo il salvataggio economico è finito tutto lì. Gli attori della crisi sono rimasti “i padroni dell’universo” e gli stati sono tornati invisibili rispetto al governo dell’economia.

C’è una resistenza ultraliberista che in questi giorni è così ben espressa con tutti i suoi limiti di classe e di inadeguatezza dal movimento del Tea Party americano, vogliono il default della società.

C’è una contrapposizione tra economia e società nata negli anni reganiani che dopo il crollo del muro di Berlino ha occupato tutto lo scenario politico, economico e sociale. Uscendo da questa dicotomia si esce dalla crisi.

“Le certezze della prima modernità – quali piena occupazione, Stato nazionale e sociale, sfruttamento – si stanno esaurendo. Ciò che si sta delineando è una società mondiale fondata sul rischio. Stiamo entrando in una seconda modernità, contraddistinta dall’informatizzazione, dalla globalizzazione, dalle crisi ecologiche, ma soprattutto da un radicale mutamento del mondo del lavoro. Nell’arco di un decennio il mondo del lavoro subirà – di fatto sta già subendo – trasformazioni tanto radicali che intaccheranno le basi dello stato sociale e della democrazia. E’ necessario individuare un nuovo modello sociale a cui affidare il compito di sostituire quello che ha dominato la seconda parte del Novecento.” Ulrich Beck,“Il lavoro nell’epoca della fine del lavoro. Tramonto delle sicurezze e nuovo impegno civile “

Una contrapposizione tra Stato, burocrazia, ospedali, scuole, servizi sociali, pensioni, ma anche tribunali e università, centri di ricerca e cultura, innovazione e sviluppo e “libero mercato” , non quello di cui parla il pensiero liberale, un’altro mercato, il mercato fuori da ogni regola, che aggira le autorità preposte al suo controllo, proprio come è accaduto prima del crollo dei mercati del 2008.

E allora il nemico della crescita e dello sviluppo non è certo lo stato che ha aperto il portafoglio per salvare quell’economia. Ora serve mancato il passo successivo :  aprire il portafoglio non al vecchio, ma al nuovo, aprire a nuove linee di sviluppo di un’altra economia.

Siamo ancora sul sentiero dell’economia della crisi e da lì dobbiamo uscire.

Nelle sue considerazioni finali, Mario Draghi :

“O perché hanno ricevuto aiuti pubblici, necessari nel momento più acuto della crisi a evitare fallimenti dalle conseguenze devastanti, o perché gli Stati hanno loro offerto garanzie più o meno esplicite, diffusa è la convinzione che le banche più grandi non possano fallire.

Ne derivano serie distorsioni alla concorrenza ma soprattutto il fatto inaccettabile che i guadagni spettano ai privati, le perdite alla collettività.

DEBITI DEGLI STATI INDUSTRIALI AVANZATI ED ECONOMIA GLOBALE VISTO DA NOURIEL ROUBINI

Per concludere :

1) FISCAL POLICY : uso della spesa pubblica per influenzare l’economia.

2) Il settore finanziario deve essere sottoposto ad un nuovo sistema di controllo : la finanza della crisi è slegata dall’economia reale.

3) Sciogliere il nodo dell’ECONOMIA GLOBALE.

Per chi ha ancora il coraggio di leggere, ascoltare, riflettere sulle nuove idee per una nuova economia, la strada è tutta in salita, tra il recupero di ciò che sapevamo di cui parla il prof. Stigliz e il disegno di nuove regole per un’economia globale. In mezzo alle voci più innovative restano ancora i giochi dei Gattopardi della Crisi, che continuano indisturbati a giocare sul tavolo della roulette globale, con i nostri soldi.


REFERENDUM : I PARTITI ASCOLTINO OLTRE A FESTEGGIARE LA VITTORIA DEI CITTADINI

Pisa con oltre il 64% di votanti ha fatto da traino al dato regionale e nazionale. Un ringraziamento a tutti, per aver firmato per la presentazione dei referendum la scorsa estate, ai mercati, alle uscite dei supermercati, nelle piazze, sul lungomare, anche per la festa di San Ranieri eravamo presenti con i nostri banchetti per la raccolta delle firme. Grazie per aver rafforzato giorno dopo giorno la convinzione che un’altra Italia era rimasta senza voce e voleva tornare a contare.

Grazie per aver firmato e aver portato a firmare in una fittissima rete di comunicazione porta a porta, grazie per gli abbracci che spesso scattavano sotto il sole di luglio nei parcheggi assolati dei supermercati, perchè tranne un’unica eccezione, la Coop di Cisanello, non ci era consentito raccogliere le firme alle entrate ma solo sul suolo pubblico antistante.

Grazie per aver avuto pazienza nel compilare tutte e tre le richieste per i referendum, spesso in fila sempre sotto il sole delle calde giornate di giugno e luglio. Sentirsi insieme, nel ritrovare la voce per cambiare le cose che non vanno, è il vero senso della politica e della cittadinanza attiva.

REFERENDUM

Ogni volta che uscivo di casa con il tavolino e le sedie di plastica, i manifesti e i volantini, dovevo superare la barriera del marito e dei figli che per più di due mesi mi hanno visto sparire la mattina presto, i pomeriggi e le sere, sempre di corsa, sempre carica di energia ma troppo stanca per fare qualunque altra cosa, niente giochi, niente feste, perchè ogni occasione era decisiva per arrivare alle firme necessarie per presentare i referendum in Cassazione.

4 SI per far camminare le idee

Troppe volte mi sono chiesta se non stessi esagerando, troppo idealista, troppo sognatrice, troppo coinvolta nel ritrovare il senso di comunità nei volti e nel riconoscimento di tutti coloro che si riconoscevano reciprocamente in questa rinascita civile, che più andava avanti e più diventava trainante.

All’inizio eravamo solo noi dell’Italia dei Valori a crederci, insieme ai comitati e alle associazioni, determinati a portare fino in fondo le nostre battaglie. Poi, le firme raccolte sono state oltre due milioni, fino ai 27 milioni di cittadini che sono andati a votare. Come unico partito politico che ha presentato i referendum, sappiamo che la vittoria dei SI e del quorum, è solo l’inizio e se si comincia a parlare di Berlusconi invece che di acqua, energie rinnovabili, politica con le mani pulite e al servizio del bene comune, ci preoccupiamo, perchè i cittadini hanno scelto molto chiaramente, non solo ciò che non vogliono, ma anche ciò che vogliono.

In quel luglio di un anno fa, il ritorno al nucleare, la privatizzazione dell’acqua e le leggi ad personam sembravano intoccabili, ma firma dopo firma, era sempre più forte la convinzione che quando le motivazioni sono solide, anche nel momento più buio, se c’è la determinazione e la convinzione delle proprie idee, i mezzi per ridare la voce ai cittadini, si trovano, ci vuole però coraggio e fiducia in se stessi e negli altri.

Poi, mesi dopo il caldo estivo è arrivato un autunno terribile, in cui la crisi economica non poteva più essere nascosta con i proclami dell’imminente arrivo della ripresa, così spesso trasmessi a reti unificate. Un’altra economia, capace di prendere le distenze da quell’economia della crisi che cresce e si arricchisce solo sulle diseguaglianze e le speculazioni, che in un attimo nel 2008 aveva portato il mondo sull’orlo del baratro finanziario, cominciava a profilarsi prima nelle aule universitarie dei premi Nobel per l’economia, poi anche ai vertici delle istituzioni economiche. Socializzare le perdite e privatizzare i profitti come era accaduto nella crisi del 2008, non sarebbe diventato l’ennesimo giogo che l’economia imponeva alla politica.

Poi sono arrivate le piazze di Se non ora quando, in Corso Italia eravamo migliaia, c’erano i professori dell’università, le maestre della scuola dei miei figli, le amiche di una vita, c’era tutta la città , che si riconosceva e si ritrovava e si abbracciava ritrovando la consapevolezza che tutto era ancora da costruire, niente era perduto.

pisa 13 febbraio

Grazie per non essere andati al mare, per la seconda volta, e aver detto Si al diritto di decidere. La seconda Repubblica è nata quando gli italiani hanno rispedito al mittente l’invito ad andare al mare nel ’91, venti anni fa era stato Bettino Craxi, oggi Silvio Berlusconi, la risposta è stata la stessa, niente mare ma cittadinanza attiva , partecipazione e la volontà di decidere direttamente. Per due volte in venti anni i cittadini con i referendum, hanno chiesto una nuova generazione di governanti capace di mettere il bene comune al primo posto e aprire la politica ad una nuova fase in grado di dare slancio al Paese.

Berlusconi invitando ad andare al mare, ha reso esplicito il suo storico legame con una politica di cui nessuno ha più bisogno, tranne chi sulla politica pensa di costruire fortune personali, invece che pubbliche. La sfida oggi, è quella di saper rispondere davvero questa volta, venti anni dopo il primo richiamo, alla volontà di cambiamento che chiedono gli elettori. Si fa un gran parlare in questi giorni di radicali e moderati, sono talmente incancreniti i problemi del Paese, che solo un impegno radicalmente determinato a risolverli, è in grado di convincere che si può cambiare davvero la rotta del prevalere degli interessi di pochi sul bene comune.

I referendum hanno un unico vincitore, i cittadini. E’ nella direzione che i referendum hanno tracciato, con oltre il 94% dei SI, che ci si deve muovere, i  referendum con la più alta percentuale di SI della storia della Repubblica. La risposta deve arrivare da una politica nuova al servizio dei cittadini che rimetta in carreggiata il Paese.

I sacrifici delle giornate passate ai banchetti per la raccolta delle firme, la mobilitazione per portare sulle strade e nelle piazze le informazioni sui referendum, quando i mezzi di comunicazione tacevano, sono parte della nostra identità politica, che è nata e cresce dentro la società civile.

Dopo l’impegno e la fatica, abbiamo diritto ad esprimere ad alta voce, un meritato orgoglio per avere lavorato fin dall’inizio, quando nessun partito politico ci credeva, per restituire la voce ai cittadini su scelte strategiche fondamentali come quelle dei referendum che abbiamo presentato.

Continueremo su questa strada tutta in direzione di una politica che serva il Paese e smetta di servirsene.

4 SI PER FAR CAMMINARE LE IDEE

Uno striscione “4 SI per far camminare le idee”, sta attraversando tutta l’Italia, da una regione all’altra con i Coordinamenti Donne dell’Italia dei Valori. Lo abbiamo aperto sotto il simbolo dell’Italia nel mondo, la Torre di Pisa e davanti alla Scuola Normale. Il futuro dipende da noi, il 12 e il 13 giugno, 4 SI sono l’inizio di un nuovo programma per l’Italia.

L’Italia dei Valori, ha portato due milioni e duecento mila firme in Cassazione, per il referendum sull’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento, lo scorso luglio. Abbiamo dimostrato che la politica è ancora capace di progetto e di idee, che quando ci crede è in grado di trovare gli strumenti per fermare l’attacco alla Costituzione e al bene comune.

Il referendum restituisce la voce ai cittadini sull’uguaglianza di fronte alla legge e sulla difesa della nostra Costituzione, sulle scelte energetiche e sull’acqua come bene comune. Il referendum sarà determinante nel riportare la politica alle proprie responsabilità nei confronti dei cittadini e del futuro, perché sui temi dell’uguaglianza, dell’accesso ad un bene primario indispensabile per la sopravvivenza come l’acqua e sulle fonti energetiche, si decide il futuro di un paese e delle future generazioni.

REFERENDUM

La Suprema Corte ha stabilito che sul nucleare saranno i cittadini a decidere : la legge è legge e nessuno la può aggirare, neppure il Parlamento, con una legge ad referendum. La sentenza della Cassazione restituisce ai cittadini la parola anche sul nucleare, a niente sono serviti i trucchi di questa maggioranza. Ora, dobbiamo dirlo forte e chiaro quale è la direzione della crescita, fermando le furberie di chi sta speculando invece di creare sviluppo. La Germania con un’economia che corre 5 volte più veloce della nostra ha scelto, SI alle energie alternative e basta con il nucleare. Sono questi i 4 SI che rimetteranno in moto l’Italia. 4 SI per ricominciare a creare futuro.

REFERENDUM

La morsa stretta sul futuro è quella degli interessi di pochi che cancellano il bene comune. Vorrebbero mettere le mani su un diritto inalienabile come l’accesso all’acqua. Fermiamoli con 4 SI. Oggi la sentenza della Cassazione restituisce ai cittadini la parola anche sul nucleare, a niente sono serviti i trucchi di questa maggioranza. Dobbiamo dirlo forte e chiaro quale è la direzione della crescita, fermando le furberie di chi sta speculando invece di creare sviluppo. La Germania con un’economia che corre 5 volte più veloce della nostra ha scelto, SI alle energie alternative e basta con il nucleare. Sono questi i 4 SI che rimetteranno in moto l’Italia. 4 SI per ricominciare a creare futuro.

12 TRATTORI E CENTINAIA DI CITTADINI PER FERMARE IL GOVERNO CHE NON VEDE NON SENTE NON PARLA

Per un governo abituato a scavalcare il Parlamento con la riduzione dell’attività legislativa ai decreti, con il ricorso continuo alla fiducia sulle leggi ad personam salvapremier, con il mercato di deputati e senatori : mandare le ruspe senza avvertire o coinvolgere gli enti locali è solo un altro passo verso la giungla istituzionale. Homo Homini lupus e chi non ce la fa dietro il filo spinato.

Sono stati acquistati 15.000 metri cubi di ghiaia drenante, 400 camion di volume, da scaricare sul terreno del Parco Naturale di San Rossore, nella “selva pisana” riconosciuta e protetta dall’UNESCO, per montare una tendopoli di 10.000 mq sopra un acquitrino.

A poche centinaia di metri si trova la storica stazione di Marconi che recentemente è stata inserita tra i luoghi del cuore del FAI e deve essere a breve ristrutturata, tutta l’area ha vocazione turistica, agricola e naturalistica. Ma il territorio per il governo non conta.

Non contano i cittadini, i progetti, gli impegni, come il Patto per la sicurezza firmato a giugno 2010 dal ministro Maroni e rimasto lettera morta. Non contano gli esseri umani che si progetta di rinchiudere dietro la doppia recinzione e il filo spinato .

Davanti all’ex base Usa di Coltano destinata a raccogliere i profughi c’è una pietra lasciata dall’esercito americano con un’epigrafe in italiano e in inglese.

“Questo luogo il 21 novembre 1911 congiunse l’Europa, l’America del Nord e l’Africa per mezzo di comunicazione senza filo facendo così di Coltano il punto focale per lo sviluppo delle comunicazioni mondiali”

Nel campo di prigionia di Coltano furono scritti i “Canti Pisani” di Ezra Pound. Oggi, grazie al governo Berlusconi si oscura la memoria di Marconi e si risveglia l’immaginario doloroso e disumano del campo di concentramento americano per i prigionieri di guerra del 1945.

“Ciò che sai amare rimane”

questo vale anche per i luoghi in cui viviamo.

SE NON ORA QUANDO ?

Oltre un milione di persone, 200 piazze e 200 cortei con la forza simbolica della assenza di ogni bandiera.

La vera bandiera del corteo è stata la fine dell’invisibilità della società civile.

SE NON ORA QUANDO

Insieme abbiamo riempito quel vuoto che il monopolio mediatico del premier aveva creato intorno alle persone vere.

Scomparsi dai racconti dei media ci siamo ritrovati e riconosciuti in una comune determinazione a fermare la deriva maschilista e antidemocratica dell’era Berlusconi.

pisa 13 febbraio
Il 13 febbraio è l’inizio di un movimento popolare di liberazione del Paese dalla morsa di un governo che si è dimenticato di essere il governo degli italiani e si è ridotto all’umiliazione istituzionale di essere il governo di un premier senza popolo.

Un premier di clienti e di clientele, che pensa che tutto sia in vendita.

Il sultanato del premier Berlusconi non appartiene alla cultura democratica del nostro Paese e dell’Europa.

E’ stata la voce delle donne che ha ritrovato il coraggio e la forza popolare di dire basta, la misura è colma. “Adesso e Sempre”.

SALVIAMO IL CINEMA ARSENALE, il buio illuminato delle piccole sale nei vicoli delle città

“La televisione crea l’oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi.”

Jean-Luc Godard

silvia marroni

29 anni di proiezioni, 6.500 tesserati, migliaia  di biglietti  staccati,  hanno  creato i ricordi di  più  di una generazione di pisani.

silvia marroni

Ogni martedì pomeriggio di quasi diciannove anni fa, contavo i giorni e i minuti per arrivare finalmente a sedermi sulle poltroncine dell’Arsenale e vedere settimana dopo settimana, i 13 capitoli di “Die zweite Heimat” di Edgar Reitz, con gli immancabili sottotitoli in tedesco.

Negli anni del liceo avevo sempre  il programma dell’Arsenale piegato in mezzo ai libri.

Ricordo le chiacchierate e le risate, i commenti infervorati per i vicoli di San Martino insieme agli amici, prima e dopo le proiezioni e, molto altro ancora.

Anche le nuove generazioni meritano di camminare nelle strade della città per andare al cinema, senza essere catapultati dentro contenitori ad hoc in mezzo al nulla, per conoscere il cinema e le immagini di un mondo che è molto di più di quello che vediamo in fretta e furia.

Anche per le nuove generazioni il cinema non dovrebbe essere solo “oblio”, 3D e pop corn, ma ricordi e una parte ricca della loro crescita personale.

Sempre più legate alla tecnologia e alle immagini in alta definizione, con uno sguardo alla PSP, uno al nintendo, le mani sui telecomandi della Wii e della PS3, l’iPod, l’iPodTouch e l’iPad,  hanno ancora bisogno  di uno spazio di crescita e di  passione  in cui si aprono gli occhi di un viaggio di scoperta sempre nuovo, dentro il buio illuminato della piccola sala dei cinema d’essai .