Archivio per IMPERDIBILI!

UN 2012 DALLA PARTE DEI POPOLI

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La morte di Vaclav Havel, fa riaffiorare i ricordi della grande stagione di libertà dei popoli dei regimi comunisti europei, alla fine degli anni ’90.

Viene da chiedersi se oggi, non stia di nuovo attraversando l’Europa e il mondo, un’altra grande spinta democratica, che nasce dai popoli.

Oggi c’è Piazza Tahrir, c’è Occupy Wall Street, ci sono le piazze italiane che si sono riempite di donne, di giovani, di lavoratori, di studenti e di immigrati.

I senza potere di Havel, di un libro scritto nel 1978, assomigliano molto ai manifestanti di Occupy Wall Street, ai blogger dissidenti arabi, alle donne di Se Non Ora Quando, ai movimenti dei giovani precari italiani, ai lavoratori di Pomigliano, a chi sale sulle gru per farsi ascoltare.

“Il potere dei senza potere” del XXI sec., nasce usando nuovi mezzi, nuovi strumenti tecnologici, agendo in una nuova agorà che è anche virtuale.

Ma, quello che chiedono i senza potere di oggi, come quelli di Havel, è di uscire dalla menzogna, chiedono onestà e coraggio.

Onestà sul mancato risanamento di un sistema speculativo che impoverisce l’intera economia mondiale, togliendo immense risorse al cammino produttivo dell’economia.

Onestà, sul mancato risanamento di un sistema finanziario internazionale degradato e deteriorato che mette al giogo i popoli.

Coraggio per trovare una via d’uscita da una  crisi sistemica.

Secondo il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz

“IL CROLLO DEI MERCATI DEL 2008,

HA AVUTO PER IL FONDAMENTALISMO LIBERISTA,

LO STESSO EFFETTO DEL CROLLO DEL MURO DI BERLINO PER IL COMUNISMO”

I popoli schiavi di un’unica rappresentazione della realtà, nel 1989 premevono verso una porta che si apriva su una realtà nuova, alternativa.

Oggi, dov’è la nostra porta di Brandeburgo, che si apre su una realtà nuova ?

Che la crisi economica sia sistemica, è appurato. Mancano però, le vie d’uscita dal sistema, le riforme strutturali.

Su queste vie d’uscita premono le piazze, non quelle dei mercati, ma quelle vere.

Verso una società diversa volge lo sguardo delle donne, dei giovani, dei lavoratori. Uno sguardo in cerca di una nuova porta verso un sistema che sia dalla parte dei popoli.

Il loro potere è maggiore di quello che comunemente si immagina, è il potere di quei senza potere, capaci di cambiare il mondo, raccontati da Havel.

“NIUNA CHE ABBIA UN MINIMO DI CONTEGNO BALLEREBBE CON UN VERME COME VOI”, lo spirito del 13 febbraio è indomito da secoli !

“L’unica maniera per realizzare

i propri sogni è svegliarsi.

SVEGLIAMOCI ! ”

Roberto Benigni.

 

 

“Un paese che non proclama

forte i propri valori,

è pronto per l’oppressione

e la servitù”

 

 

 

 

L’ITALIA DELL’ILLEGALITA’ E DEI PRIVILEGI STA DIVORANDO LA PARTE SANA DEL PAESE

L’Italia è  riuscita  in questi  ultimi anni a   raggiungere i primi posti   nelle classifiche     europee delle peggiori    performance.

Il confronto con gli altri Paesi europei, ci racconta un’Italia che rema contro se stessa, e ci fornisce uno spaccato inequivocabile, di una crisi economica italiana, che è una crisi al quadrato :

alla crisi finanziaria globale si somma esponenzialmente una crisi tutta tricolore.

crisi economica tricolore

Le azioni da intraprendere per uscirne sono urgenti e difficili, vanno a toccare la pancia del Paese, a cui in questi anni si è rivolto il sistema Berlusconi del “ghe pensi mi”.

Meglio mettere a dieta la pancia che spengere i cervelli :

LA RIPRESA E LA CRESCITA IN ITALIA

NASCONO DALLA LEGALITA’

E DALLA FINE DELL’IMPUNITA’

QUESTE LE CIFRE DELLA FINANZIARIA DELLA LEGALITA’

1) 335 MILIARDI DI SOMMERSO

il 22% del Pil in Italia resta nascosto nella palude del sommerso. Siamo la pecora nera d’Europa, i primi dei peggiori. Un’economia che sfugge al controllo e alle rilevazioni della pubblica amministrazione, non paga né tasse né contributi e non è soggetta  alle norme sul lavoro, evade il  fisco, sottrae risorse al bilancio pubblico, distorce la concorrenza.

2) 200 MILIARDI DI EVASIONE FISCALE

3) 60 MILIARDI  L’ANNO DI CORRUZIONE

LA FINANZIARIA CHE TAGLIA GLI SPRECHI E I PRIVILEGI

1) COSTI DELLA POLITICA

2) BUROCRAZIA

la peggiore del mondo, in termini di sprechi di danaro e di  tempo, secondo il World Economic Forum.

3) RIFORMA DEI SALARI

Siamo agli ultimi posti se si considera il salario medio annuo, ma ai primi se si calcola il cuneo fiscale, il risultato : annientare il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti.  In Italia 14.700 euro, mentre negli altri paesi europei le retribuzioni nette annue si aggirano in media intorno ai 25.000. Questo perchè la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta,  in Italia è la peggiore d’Europa .

4) DISUGUAGLIANZE

L’Ocse e la Banca d’Italia fotografano un Paese sempre più diseguale. Gli italiani più ricchi hanno un reddito superiore di dodici volte quello dei più poveri. I penultimi in Europa, ci supera solo la Gran Bretagna, con un rapporto che sfiora il 14, mentre la Germania è al 6,9, la Spagna al 10,3, la Svezia al 6,2. Va sempre peggio, negli ultimi dieci anni, le diseguaglianze si sono accresciute di oltre cinque punti.

La mobilità sociale generazionale e di genere è la peggiore in Europa.

Il 45% dei leader italiani, nella politica, nelle istituzioni e nel mondo produttivo, ha più di 70 anni.

Solo un 25enne su 4 è occupato, e quel 25enne impiegato è sempre precario. Il rischio di povertà in Italia cresce al diminuire dell’età,si tratta di un fenomeno nuovo, 30 anni fa la situazione era esattamente capovolta.

Le donne sono messe anche peggio, siamo al 26° posto sui 27 paesi dell’Unione Europea, dietro di noi solo Malta, per la pesenza di donne in politica ed economia.

VERSO UNA NUOVA ECONOMIA : ABBATTIAMO GLI IDOLI DELL’ULTRALIBERISMO

“Coloro che dettano al mondo la politica economica – banchieri, finanzieri, ministri – si comportano come sacerdoti di oscuri culti antichi, e chiedono, ad ogni svolta, ad ogni evento che chiamano “cambiamento”, dei sacrifici umani, come per placare la rabbia di un dio invisibile”altrimenti “ come spiegare che tutto ciò che questi sacerdoti impogono porta continui tagli di bilanci, la disoccupazione che cresce, la Borsa che cade, la gente stordita da nuove rinunce – perdita della casa, della scuola, del lavoro – che non portano frutti ? Per questo, io chiedo : quando finiremo di fare sacrifici umani al dio di una elite di presunti esperti che sta rovinando il mondo e ci dedicheremo a sanare l’economia? “

Paul Krugman, premio Nobel per l’Economia del 2008 , New York Times 21 agosto 2010

The fall of Wall Street is for market fundamentalism what the fall of the Berlin Wall was for communism

“Oggi l’economia è andata a rotoli insieme, si può sperare, al paradigma economico che prevaleva negli anni prima della crisi.”

JOSEPH STIGLIZ

COME FERMARE L’ECONOMIA E LA POLITICA DEGLI AMICI DEGLI AMICI

Quando l’opposizione sparisce c’è del marcio da condividere

Il caso Verdini parte dai forzieri del Credito cooperativo fiorentino e non si ferma lì.

E’ un sistema trasversale di favori e di privilegi che parte dalle Banche e arriva agli appalti , in una lunga corsa solitaria degli amici degli amici che cancella la concorrenza e il mercato e lascia nel Paese il vuoto di infrastrutture e servizi, di sviluppo e di innovazione. Un monocolore imprenditoriale trasversale, senza concorrenza e con un Service Level Agreement, nullo.

Non c’è crescita nel Paese degli amici degli amici, crescono gli imbrogli e affonda l’economia.

A pagare i soliti cittadini ed il futuro di un Paese che invece di investire nello sviluppo crede solo nelle clientele .

TANGENTOPOLI

Vogliamo cominciare ad affrontare i problemi alla radice, c’è una cultura dei favori in Italia che è trasversale e che sta affondando l’economia del Paese e con l’ultimo governo, anche il sistema legislativo proprio di uno stato di diritto.

Chiunque voglia cambiare deve partire da quì, non c’è nessun altro punto di partenza credibile .

Cosa aspetta Banca Italia a girarle tutte le banche italiane e portare alla luce  il sottobosco  di privilegi e di favori che cancella i finanziamenti allo sviluppo e  favorisce solo gli amici degli amici, senza garanzie ad interessi bassissimi, fino ad  ” azzerare la redditività, ed assottigliare ai minimi l’eccedenza patrimoniale” (dalla relazione degli ispettori sullo stato del Credito Cooperativo Fiorentino) ?

Cosa aspetta Banca Italia a rendere chiaro ed inequivocabile che non ci saranno più sottoboschi dove nascondere favori ed illeciti ?

Cosa aspetta Confindustria a bollare le aziende che vivono dei favori della “politica” come parassiti, è troppo ?

No, è troppo profondo il baratro economico in cui il sistema post-tangentopoli  ha fatto sprofondare il sistema Italia.

In questi ultimi anni ci siamo nascosti dietro la crisi economica finanziaria di portata mondiale, ma i problemi dell’economia italiana,  quelli strutturali, corruzione, mancanza di infrastrutture, burocrazia stanno bloccando la ripresa, mentre nel resto d’Europa si esce dalla crisi, noi, abbiamo ancora il freno ben inserito.

Il sistema dei favori sta spolpando il Paese.

Cosa aspetta la politica a presentare un nuovo programma di governo alternativo non solo a Berlusconi, ma a tutto questo sistema di negazione dei principi fondamentali di uno stato di diritto.

E’ questo il momento del coraggio di cambiare e di puntare su idee nuove per un Paese senza amici degli amici, senza santi in paradiso, senza corsie preferenziali, deve farsi avanti tutta la società civile e smettere di essere connivente. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, non possiamo ancora credere alle bacchette magiche, ad un problema sistemico si devono dare risposte a tutti i livelli. Basta chiedere, è il momento  di cambiare, ognuno per la sua parte.

Anche la società civile non è immune da responsabilità, in Italia è mancato il controllo di una società civile capace di dire NO, alziamo la voce con i deboli e la abbassiamo fino al sussurro con i potenti, abbandoniamo il campo che resta vuoto, senza una diffusa presenza di cittadini consapevoli dei propri DIRITTI e DOVERI .

Se non siamo in grado di pretendere un tale spiegamento di forze in difesa del futuro del nostro Paese, allora, nessuno finga, non si metta l’elmetto di chi vuole davvero cambiare l’immobilità del quadro economico e politico di questo Paese, non abbiamo bisogno di belle promesse, di lezioni di stile, ma di impegni concreti da parte di tutti.

Alle prossime elezioni serve uno schieramento capace di  rompere con questo sistema, per vincere o perdere, credendo in un’Italia nuova,più europea e meno furbetta, perchè i furbi sono sempe i soliti e un solo favore cancella i diritti di 60.387.000 di italiani.

Altrimenti non ci resta che vendere le Dolimiti…e non è una battuta,

For a few million, grab your own piece of Italy!

Restare nelle grinfie dei parassiti significa cancellare il vero valore di tutto ciò che ci circonda.

Chi in questi anni ha pensato che questo fosse il sistema berlusconiano è bene che cominci a  depersonalizzare e presentare un programma

alternativo

non a Berlusconi

ma al sistema dei favori per pochi e dei costi per tutti.


“KLEFTES KLEFTES” “LADRI LADRI” L’ECONOMIA, la POLITICA, il POPOLO : I DISORDINI SOCIALI SERVONO ALL’ECONOMIA DEL DEFAULT.

L’ECONOMIA che ha trasformato il mercato in una roulette finanziaria dove il banco vince sempre , la POLITICA che ha giocato con i conti pubblici e si è dimenticata delle infrastrutture e del futuro, ed il POPOLO che ha fatto finta di credere alle bugie della politica e dell’economia ed ha tirato a campare.

Chi sta dettando le regole  per uscire dalla crisi ? Siamo davvero sicuri di non essere in balia dei gattopardi della crisi finanziaria del 2008 ?

Una certezza c’è, quando si parla di sacrifici, l’attore diventa uno solo, il POPOLO.

L’accusa di salvare le banche risale al 2008, solo salvando i colossi bancari e assicurativi, i protagonisti attivi del default, si può salvare l’economia.

E’ davvero l’unica strada, oppure la politica in questi anni poteva salvare anche i lavoratori ed il lavoro, investire di più sulla pace sociale, il futuro e l’innovazione?

Chi sono le vere cicale di questa storia, cicale che entrate in casa della formica hanno fatto razzia, distrutto e depredato i frutti del lavoro e poi sono uscite indisturbate pronte a far visita alla prossima formica ? E la formica, rimasta senza casa e senza provviste, deve anche accettare la cura dettata dalla cicala tronfia e vincitrice ?

Si, il conto da pagare è rimasto sul tavolo della formica, stipendi e salari non spariscono nei fondi offshore, in mezzo ai flussi dell’economia speculativa, sono gli unici soldoni che si trovano in giro, la casa della formica è dall’altra parte della strada non nei Paradisi Fiscali dove spariscono tutte le “virtù” dell’economia del default !

Tagliare salari e stipendi già al limite della sopravvivenza, sono l’unico modo per salvare un Paese dal default? E’ tutto quì il risultato dei massimi economisti mondiali?

I nostri destini sono affidati alle decisioni di una nuova economia estranea ai meccanismi della crisi finanziaria del 2008, capace di guardare lontano e di portarci lontano dai meccanismi del default, oppure siamo nelle mani del banco che vince sempre, degli stessi manovratori della crisi, di quelli che da più parti, ormai, vengono chiamati i “gattopardi della crisi” ?

Fino ad oggi si sono salvati i colossi del default e si è lasciato il conto da pagare alla società, senza sostenere i costi al limite della sopravvivenza con un programma economico capace di legare i sacrifici ad una nuova economia, ad un nuovo progetto di crescita e di sviluppo, neanche il popolo bue è così bue da credere che non ci sia un’altro modo per affrontare la crisi, con sacrifici anche più pesanti, ma dentro un progetto nuovo, non dentro allo stesso percorso che ha portato diritti dentro al baratro, soprattutto non si possono chiedere lacrime e sangue senza cambiare niente, usare le lacrime ed il sangue per non cambiare niente, questa è la filosofia dei gattopardi del default, una filosofia che lucra sui disordini sociali, non dimentichiamolo mai!


UOMINI E POPOLI RIDOTTI A PIGS, LA NUOVA SCHIAVITU’ .

PORTOGALLO, IRLANDA, GRECIA , SPAGNA : L’ECONOMIA SPECULATIVA ATTACCA I TITOLI SOVRANI EUROPEI E L’EUROPA DEI POPOLI RESTA IN PANCHINA.


L’ economia del default è ancora il principale protagonista dei mercati finanziari mondiali, la storia del crack 2008-2009 non è ancora finita e soprattutto, nessuno ha ancora messo la parola fine ad un disegno speculativo che dalle banche è ora passato ai titoli sovrani degli stati europei più deboli, i Pigs.

L’economia del default schiaccia la solidarietà tra le persone e tra i popoli, un’economia dell’ homo homini lupus che riduce lavoratori, famiglie, interi popoli ai Pigs di una realtà di tutti contro tutti a vantaggio unico degli speculatori che attaccano l’Europa dei popoli, l’economia della crescita per aprire l’autostrada di un’economia della paura e della solitudine, del panico finanziario e sociale.

Ieri, una manciata di minuti prima della chiusura dei mercati, Standard & Poor’s ha sancito anche il declassamento della Spagna.

Proprio Standard & Poor’s, una delle agenzie di rating che continuavano a dare alti rates ai titoli del default, sono state le protagoniste della crisi del 2008 e lo sono oggi di una crisi ancora più buia, un attacco all’economia tout court.

C’è qualcuno ancora in grado di fermare la degenerazione di un’economia in cui i rates guidano il default, nel 2008, negando la crisi e nel 2010 anticipandola rendendo vano ogni intervento ?

Si attacca l’Europa per indebolire l’ultimo baluardo dello stato sociale, di quella barriera di solidarietà istituzionale che non riduce i deboli a Pigs ma crea le condizioni sociali per combattere l’isolamento e promuovere lo sviluppo dal basso verso l’alto e non dall’alto sulla schiena piegata dalla paura e dall’ esclusione dei più deboli, isolandoli diffondendo uno terrore strisciante ed insidioso del contagio della debolezza e della povertà .

Chi casca in questa trappola della paura della debolezza, non si rende conto di essersi appena messo in fila per diventare il prossimo ad essere isolato e rinchiuso nel gruppo dei Pigs.

Gli hedge funds, le agenzie di rating sono i protagonisti, di ieri e di oggi, di un attacco all’economia. Usano la massima debolezza dei mercati, il panico, per indirizzare il nostro futuro sull’autostrada di un’economia di pochi contro tutti, lontano da un’economia capace di creare crescita, sviluppo e benessere.

Hanno iniziato a giocare a domino nel 2008 e nessuno li ha ancora fermati. Noi, la società, siamo le caselle che cadono una dopo l’altra, le schiene che si piegano, il futuro che diventa sempre più schiacciato verso il basso.

La politica cosa sta facendo ?

Quale politica e quali istituzioni possono fermare questo attacco globale alla società civile ?

“PENSAR A LA NOSTRA XENTE” NON CI PORTERA’ LONTANO NEL XXI SEC.

 

Ecco a voi l’Italia del “Bengodi”

Non voglio fare “l’ intellettuale noioso ” o peggio “il moralista” ma questo continuare a dire che l’Italia del Pil più alto vota Lega e Pdl mi sembra davvero una semplificazione del tutto fuorviante, è diventato però  il “mantra ” dei commenti postelettorali.

La Padania oggi titola “PENSAR A LA NOSTRA XENTE” , se questa è la politica economica e sociale del Super Nord, temo che non resterà Super ancora per molto, perchè una cosa sono gli slogan, un’altra le soluzioni a problemi che sono tutt’altro che della “nostra xente”, usando le parole di  Zygmut Bauman “Le città sono diventate le discariche di problemi concepiti e partoriti a livello globale”.

Come si fa a credere in un modello di sviluppo per  “la nostra xente” quando l’economia è in crisi, le aziende chiudono e tutto è cominciato  dai mutui subprime dei ceti medi americani a migliaia di chilometri dalla “nostra xente” ?


L’Italia degli slogan non è l’Italia reale, c’è un sistema produttivo del Nord-Est che è profondamente in crisi , l’etica del lavoro, l’umiliazione del fallimento stanno nascondendo i dati reali della crisi, ed insieme, anche la capacità di rimettersi in discussione per ripartire chiedendo aiuto. Siamo esseri umani non “uomini del fare” , dietro la cartapesta dei miti berlusconiani c’è una realtà sociale ed economica che ha bisogno di ripartire da un  nuovo modello di sviluppo e da un  diverso rapporto tra istituzioni ed economia, come in questi mesi, stanno facendo tutti gli altri Paesi industrializzati.

Si continua a pubblicare l’immagine di un Nord-Est scattata cinque anni fa, per paura di  di scattarne una nuova, oggi. E’ un modo per nascondere il fallimento del “sistema delle scorciatoie individuali”, come io chiamo il “sistema Berlusconi”. E’ un modo per continuare a vendere lo slogan del “NOI” contro “LORO”,  l’etica della “nostra xente” , invece di trovare soluzioni di sviluppo si sceglie la “guerra tra poveri” per consolidare il potere di pochi sull’ignoranza di molti .

“Tutti possono diventare Berlusconi”, nel frattempo però, diventa sempre più ricco un solo Berlusconi e tutti gli altri vengono lasciati sempre più poveri e sempre più soli, in mezzo ai tagli a tutte le politiche di sviluppo e di innovazione, di formazione e di ricerca. Si taglia il futuro e si lascia “la nostra xente” contenta di poter dire che c’è qualcuno che sta peggio di noi, e quel qualcuno non avrà niente prima di me. Bella consolazione!

Veniamo invece alle Regioni del centrosinistra, noioso ed intellettuale, del pensiero critico e del pluralismo.

Io penso alla Toscana, grazie a quelle politiche che guardano anche agli “altri” e ad “altro”, oggi nel mezzo della crisi economica globale, quando “ripresa” non coincide con nuovi posti di lavoro, quando è dall’ innovazione e dai nuovi settori che ripartono le  prospettive concrete per il  mercato del lavoro, ringrazio di vivere in una regione che da una parte difende il diritto al lavoro con politiche sociali e dei servizi che garantiscono tutti e dall’altra è nel settore delle nuove tecnologie, delle energie sostenibili ai vertici di tutti i report sugli indici di sostenibilità delle regioni italiane.

LA NUOVA ECONOMIA DI UNO SVILUPPO A PASSO D’UOMO

un nuovo modello di sviluppo

Solo partendo dalla consapevolezza della gravità dell’attuale crisi economica, possiamo pensare al futuro, l’unico ottimismo che possa produrre effetti su una crisi cosi endemica e globale è l’ottimismo di chi riesce a credere che le grandi crisi, come quella che stiamo vivendo, devono mobilitare tutte le energie migliori delle società e delle classi dirigenti verso un unico obbiettivo : ricostruire le basi sociali, economiche e politiche per progettare il futuro.

un nuovo modello di sviluppo

La spinta all’innovazione è globale come globale è la crisi economica. Stiamo vivendo uno di quei momenti storici in cui ci sono tutte le condizioni per scegliere una strada nuova. E’ giunto il momento di porsi una domanda : chi vuole prendere questa strada? Chi sarà parte di questa spinta al rinnovamento? Chi vuole davvero uscire dal cortile di una politica che riproduce solo sé stessa?

economia un nuovo modello di sviluppo

Le diseguaglianze, territoriali e sociali, l’aumento della disoccupazione, la mancanza di valore del lavoro e della qualità della vita sono state le basi su cui è nata e si è consolidata l’economia del default.

economia un nuovo modello di sviluppo

L’occupazione, il livello dell’educazione scolastica, lo stato della sanità, il livello dei prezzi e dei servizi, la giustizia e la pace sociale, la libertà d’informazione, l’ambiente sono tutti parametri che misurano lo stato di salute di un Paese, variabili che non entrano nelle statistiche convenzionali, come il Pil, ma sono la misura del progresso, che si muove alla velocità di uno sviluppo a passo d’uomo, l’unico sviluppo che non crolla in un attimo sotto le macerie delle scatole cinesi delle borse mondiali.

economia un nuovo modello di sviluppo

Lo Stato Sociale appartiene alla tradizione liberale, ancor prima che socialdemocratica dell’Europa, i principi della solidarietà sociale sono parte dell’ identità europea, mantenerli attuali rappresenta una sfida per l’affermarsi di un’Europa dei popoli, di un comune sentire europeo, di una scelta di cittadinanza e di civiltà.

economia un nuovo modello di sviluppo

E’ a questa identità che stanno guardando gli Stati Uniti, che affrontano la peggiore crisi economica della loro storia con uno sguardo all’Europa della sanità pubblica e degli ammortizzatori sociali, intesi come, strumenti attivi di ripresa economica, di pace sociale e di sviluppo.

economia un nuovo modello di sviluppo

Difendere i diritti dei lavoratori contro le speculazioni che minano le fondamenta dell’economia di un Paese, significa credere in una nuova economia che non crolla sotto il peso della finanza ma cresce con il valore del Lavoro e delle imprese capaci di far diventare il Mercato anche il centro di scelte civili e civilizzanti, di crescita sociale e civile.

un nuovo modello di sviluppo

Investire in scuola, formazione e ricerca significa investire nel futuro, il “rendimento” della conoscenza, dell’innovazione e della ricerca sono la chiave della nuova economia.

un nuovo modello di sviluppo

La nostra economia è sempre di più un’ “economia della conoscenza”, il motore dell’economia viene alimentato dalla produzione e circolazione delle conoscenze. Quando la conoscenza diventa una materia prima, si deve da una parte investire in conoscenza e dall’altra favorirne la libertà di circolazione e di accesso, per garantire che la conoscenza da materia prima non diventi una merce.

un nuovo modello di sviluppo

La conoscenza è per sua stessa natura, e deve continuare ad esserlo, un bene comune e collettivo che cresce proporzionalmente alla sua condivisione, per questo sono determinanti quelle forme di propagazione della conoscenza, (creative commons, open source, fair use) che si fondano sulla creazione di canali comunitari di condivisione piuttosto che su una brevettabilità diffusa.

un nuovo modello di sviluppo

Il cambiamento parte dai comportamenti quotidiani di milioni di persone e da un Governo capace di promuoverli con una politica che esprime la forza innovatrice delle migliori energie del Paese.

Ci vuole coraggio, coerenza, idee e speranza perchè il mondo sta cambiando e mai come oggi le opportunità di costruire un futuro migliore attraversano da Nord a Sud tutto il globo.

SPAGHETTI SEMI-WHITE

Si è detto e ridetto che un tempo gli immigrati eravamo noi, italiani all’estero di un’altra generazione. Non è solo un argomento teorico ma memoria ed identità nazionale. Ecco un promemoria degli ultimi duecento anni di razzismo sulla nostra pelle “olivastra” di “semi white” :

1875 Svizzera

La punizione punitiva di squadracce armate a Goeschenen nel 1875 spararono uccidendo sugli operai che costruivano il San Gottardo e si erano ribellati alla morte di 144 compagni ammazzati dalle esplosioni di dinamite, dai crolli dalle fughe di gas.

1869 Svizzera

Viene ucciso Attilio Tonola, sposato e padre di quattro bambini, massacrato di botte da tre cittadini svizzeri, urlando in dialetto “caiba cincali!”, “lurido bastardo italiano”. La sentenza fu di due anni . A Zurigo, le autorità organizzarono treni speciali per rimpatriare gli italiani terrorizzati dalle scorribande contro di loro. Alla stazione di Basilea  viene chiusa la sala d’aspetto di III classe agli “zingari d’Italia” in transito, piemontesi, lombardi , veneti.

14 marzo 1891 New Orleans

Nove siciliani vengono linciati dopo essere stati accusati

ingiustamente dell’uccisione di un poliziotto.

17 agosto 1893 Aigues-Mortes

Nove operai italiani vengono uccisi, la scintilla un piemontese lava un fazzoletto sporco di sale usando l’acqua potabile .

17 gennaio 1922 Alabama

Una sentenza della Corte dell’Alabama definisce una donna di origine siciliana non appartenente alla razza bianca .

23 agosto 1927 Boston

Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono giustiziati sulla sedia elettrica.

1891-1960 Australia

Gli italiani che arrivano in Australia vengono schedati come “COLOURED” o “SEMI-WHITE” oppure “OLIVE” per rimarcare il colore olivastro della pelle.

27 febbraio 1969 Roma

Per Richard Nixon nella sua prima visita ufficiale a Roma “Gli Italiani non sono solo diversi degli altri Europei, ma hanno anche un odore diverso” .

20 marzo 1971 Zurigo

Alfredo Zardini, falegname di Cortina d’Ampezzo, viene pestato a sangue ed ucciso in un bar alle cinque del mattino, mentre si recava al suo primo colloquio di lavoro in Svizzera. La condanna per il suo assassino fu didi soli diciotto mesi per “eccesso colposo di legittima difesa”.

1972 Svizzera

La scandalosa assoluzione per la strage di Mattmark . Il 30 agosto del 1965 si staccò parte del ghiacciaio di Allalin investendo i dormitori dei cantieri allestiti per la costruzione della diga di Mattmark: 88 i morti, dei quali 54 italiani .

1977 Berlino

Der Spiegel mette in copertina un piatto di spaghetti con sopra una pistola, per parlare del terrorismo in Italia. La copertina viene ripetuta nel 2006 in occasione dei Mondiali di calcio vinti dall’Italia.

1990 Connecticut

A John A. Sgalla vienne negata l’iscrizione ad un circolo di golf a causa del cognome italiano, potè rispondere costruendo nel 1993 il suo proprio club di golf.

2004 Kentucky

Nella corsa al Senato il candidato democratico Daniel Mongiardo, italoamericano, viene chiamato “figlio di Saddam Hussein” dal candidato repubblicano.

2006 Giappone

Una rivista giapponese pubblica la classifica, “Le dieci cose peggiori degli italiani” bugiardi, ritardatari e irrispettosi delle regole .

2008 Germania

La catena di negozi Mediamarkt realizza uno spot pubblicitario dove un italiano vestito con cannottiera con stemma tricolore, atteggiamento da bullo, accento storpiato truffa, imbroglia.

settembre 2010 Svizzera

Campagna pubblicitaria anti italiana nel Canton Ticino, tre topi rappresentano i lavoratori transfrontalieri, uno si chiama Giulio e ha uno scudo con tre monti, “il ratto è qualcosa di spregevole” e contiene il concetto di derattizzazione”, parole dell’ideatore della campagna, il committente è anonimo.


LA SCUOLA

Discorso pronunciato

da Pietro Calamandrei

al III Congresso

dell’Associazione a difesa della scuola pubblica

11 febbraio 1950

La scuola, come la vedo io, è  un organo “costituzionale”. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola “l´ordinamento dello stato”, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della repubblica, la magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo.

Se si dovesse fare un paragone tra l´organismo costituzionale e l´organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell´organismo umano hanno la funzione di creare il sangue. Gli organi ematopoietici, quelli da cui parte il sangue, che rinnova giornalmente tutti gli altri organi, che porta a tutti gli altri organi, giornalmente, battito per battito, la rinnovazione e la vita.

“Facciamo l’ipotesi”, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).

Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.

La Questione Morale

“Non si può rinunciare alla lotta per cambiare ciò che non va.

Il difficile certo, è stare in mezzo alla mischia mantenendo fermo un ideale e non lasciandosi invischiare negli aspetti più o meno deteriori che vi sono in ogni battaglia.

Ma alternative non ne esistono.”

Enrico Berlinguer

Futuro

LE PAROLE DEL PASSATO PESANO SUL NOSTRO PRESENTE
PER UN FUTURO CAPACE DI ASCOLTARLE

Il web è un diario sempre aperto sulle strade abboccate ma mai percorse fino in fondo dei grandi uomini e donne del ‘900, raccogliere quelle voci e sottrarle alla sfera ideale per coglierne la portata programmatica e concreta è un modo per ritrovare il valore dell’impegno politico e sociale.

Ci sono parole, riflessioni, citazioni, idee e valori in bilico tra passato e presente, una linea continua che non si ferma mai, sempre rivolta al futuro, innovatori la cui eredità non trova sbocco nelle azioni dei governi ma capace di guardare lontano e costruire un futuro migliore.

“LA POLITICA DEVE ESSERE FATTA CON LE MANI PULITE”

19 luglio 1992

“Io da quando è morto mio fratello non l’ho ancora pianto.
Io da quando è morto mio fratello non l’ho ancora seppellito.

Non posso descrivere la sensazione di cosa ha significato rivivere lo sgomento, la ribellione e la coralità che nel ’92 ha unito tutta l’Italia nel chiedere GIUSTIZIA e sentire che niente è cambiato, che quella GIUSTIZIA ha ancora più bisogno di noi di allora .

In un attimo tutti insieme dallo stomaco al cuore, in un atto corale di onore e di amore per la dignità ed il senso dello Stato che le stragi del ’92 avrebbero voluto cancellare dalla memoria del Nostro Paese, abbiamo urlato in una voce sola RESISTENZA RESISTENZA RESISTENZA a squarciagola dallo stomaco al cuore, dalla rabbia all’amore per quel senso dello Stato che quell’esplosivo ha straziato e che SALVATORE BORSELLINO ha riportato nei nostri cuori e sulle nostre labbra fuori da quelle macerie che ancora oggi infangano il Nostro Paese.
Non ci sono parole che descrivano l’attimo in cui tutti in un coro di memoria e di dolore ci siamo alzati come una sola persona per stringerci con forza e non con commozione intorno ad un uomo che con la sua fragilità fisica e la sua forza morale di testimonianza ci ha strappato un grido che non ricordavamo più di aver seppellito dentro di noi in tutti questi anni, ma quel grido è lì e deve essere solo tirato fuori perchè quelle macerie sono ancora lì per soffocare l’onore e la dignità dei servitori dello Stato e di tutti noi .

Questo Mondo Non l’Abbiamo Ereditato dai Nostri Padri ma Preso in Prestito dai Nostri Figli

Roberto Benigni il 16 Agosto in Abruzzo,
parafrasa un antico detto Cherokee
e recita il XXVI Canto dell’ Inferno :

Mi sento lungimirante !

Il Presente delle citazioni,
la forza ideale radicata nella memoria.



Virtù e Conoscenza

“fatti non foste per viver come bruti,ma per seguir virtute e conoscenza….”
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno Canto XXVI

Un Futuro a Passo d’Uomo

“Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.

Kenneth Boulding

Passato e Futuro

“On some positions, Cowardice asks the question,
“Is it safe?”
Expediency asks the question,
“Is it politic?”
And Vanity comes along and asks the question,
“Is it popular?”
But Conscience asks the question
“Is it right?”

And there comes a time when one must take a position that is neither safe, nor politic, nor popular, but he must do it because Conscience tells him it is right”

Martin Luther King.