Archivio per Costituzione

ORA E SEMPRE RESISTENZA

RIBELLI!

GLI ULTIMI PARTIGIANI RACCONTANO LA RESISTENZA.

DI IERI E DI OGGI

resistenza

Per crescere i nostri figli

“belli e resistenti”

consiglio a tutti di leggere questo libro.

Raccoglie le voci degli ultimi partigiani.

Le loro vite sono la nostra storia e in questo libro ci consegnano una staffetta, così come durante la Resistenza le staffette erano il tessuto connettivo tra la società civile e i partigiani, così oggi le loro voci ci riportano ai valori su cui è nata la nostra Costituzione, su cui è nata la nostra Repubblica.

Se vogliamo davvero costruire un futuro migliore per i nostri figli,

la risposta è nella nostra Costituzione e nel racconto delle vite di chi ha sacrificato tutto in nome della libertà dei popoli.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione,

andate nelle montagne dove caddero i partigiani,

nelle carceri dove furono imprigionati,

nei campi dove furono impiccati.

Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità,

andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione.

Piero Calamandrei

Si parla di alleanze e di programmi, ma non si parla abbastanza di quali ideali siano alla base di quelle alleanze e di quei programmi.

Siamo in un momento storico in cui i valori di fratellanza, di uguaglianza e di libertà, che sono alla base della nostra Costituzione, hanno bisogno di noi, delle nostre voci e del nostro coraggio.

L’individualismo esasperato degli ultimi venti anni ha svuotato la politica dei suoi ideali, la vita quotidiana dei cittadini dei suoi significati, il sistema economico di ogni legame con la crescita sociale e civile della società.

“Per questo, a mio parere, oggi c’è spazio e necessità per quella che a me piace chiamare “LA SECONDA RESISTENZA” . Una resistenza nuova, non violenta, pacifica, che stia dentro lo spirito dei tempi, nelle condizioni politiche e sociali di oggi.” Raimondo Ricci che maturò la sua formazione antifascista al collegio Mussolini della Scuola Normale di Pisa nel 1939.

In questo libro c’è la storia della nostra città, della nostra regione e del nostro Paese, raccontata da chi sente che “è ancora utile rimanere ancora un po’ in questo mondo per testimoniare quello che abbiamo fatto” come Didala che poco più che ventenne e con un figlio di pochi mesi, viveva sotto i castagni nella campagna lucchese e per  lavare il piccolino  prendeva un paiolo pieno d’acqua scaldato al sole.

Ha sacrificato tutto, in nome della libertà di un popolo.

Noi siamo i suoi nipoti, i suoi figli, il futuro di quel popolo .

10 punti chiave per andare in piazza il 6 maggio e riaprire al futuro

 

  • 1. Fermare una politica economica e sociale che scarica sulle fasce più deboli, sui giovani e sulle donne, sui lavoratori e sui precari, tutti i costi della crisi.
  • 2. Fermare l’economia della crisi, che ha smesso di creare futuro. Nei prossimi anni, anche in presenza di buoni livelli di crescita economica ci aspettano tassi di disoccupazione che fino a non molto tempo fa sarebbero stati giudicati catastrofici, e in realtà lo sono.
  • 3. Ripartire dalla centralità del lavoro, per essere di nuovo in grado di guardare al futuro.
  • 4. Fermare un’economia che invece di guardare avanti, verso la sostenibilità sociale ed ambientale, resta ancorata ai fondali dell’economia della crisi.
  • 5. Superare quella distanza tra economia e società, che è la principale caratteristica dell’economia della crisi. Un’economia che cresce e prospera solo con il crescere degli squilibri e delle diseguaglianze.
  • 6. Che siano queste  le priorità da affrontare e saremo in piazza per affermarlo: in Italia il 10% delle famiglie detiene il 47% della ricchezza. La mobilità sociale è bloccata. Si taglia su scuola, formazione, università, ricerca e stato sociale, compromettendo la crescita e lo sviluppo. 1 donna su 2 ed 1 giovane su 3 non lavora. I giovani e le donne italiane hanno il minor peso economico dei paesi occidentali.
  • 7. Il 6 maggio le piazze d’Italia non saranno solo un momento di protesta, ma saranno la culla di un’altra economia.
  • 8. Stiamo vivendo uno di quei momenti storici in cui ci sono tutte le condizioni per scegliere una strada nuova, ma anche il rischio molto concreto, di continuare ad insistere sugli errori che ci hanno portato alla crisi finanziaria globale del 2008.
  • 9. Fino ad oggi il conto della crisi è rimasto sul tavolo della società civile, nella completa assenza di un piano economico capace di legare i sacrifici ad un nuovo progetto di crescita e di sviluppo. E’ sulle diseguaglianze che si deve intervenire, perché sono la tomba della crescita.
  • 10. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e la nostra Costituzione è il nostro passato e il nostro futuro.

L’Italia sale sopra i tetti, anche il Maestro Barenboin si sporge dalla buca in difesa della cultura

“Signor Presidente della Repubblica, Autorità, Signore e Signori: sono molto felice di dirigere anche questo anno il sette dicembre alla Scala, sono molto onorato di essere stato dichiarato Maestro Scaligero. Per tale titolo, ma anche in nome di tutti i miei colleghi che suonano, cantano, ballano, e lavorano non soltanto in questo magnifico teatro, ma in tutti i teatri di Italia per dirvi a qual punto siamo profondamente preoccupati per il futuro della cultura in nostro paese e in Europa, e se mi permetete, vorrei che ricordiamo insieme l’ articolo 9 della Costituzione Italiana: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e Artistico della Nazione”

“Secondo qualcuno con la cultura non si mangia, ma anche mangiare troppe altre cose può far male.

Tagliando la cultura si taglia l’anima italiana”

Daniel Barenboin

L’Italia chiede futuro e sale sui tetti delle Università e sui monumenti simbolo del nostro Paese nel mondo, per dare visibilità, in mezzo al nulla dell’informazione sempre meno libera, al collasso dei pilastri su cui si dovrebbe costruire la ripresa dell’economia nazionale.

UNIVERSITA’,  RICERCA,  INNOVAZIONE,  CULTURA , SVILUPPO,  LAVORO .

Governo assente e Paese in ginocchio.

UN SILENZIO CHE GRIDA IN DIFESA DELLA LIBERTA’ DI STAMPA

Oggi, 9 luglio 2010, sarà una giornata da ricordare,

di cui parlare ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Oggi tutto il giornalismo italiano TACE,

UN SILENZIO CHE GRIDA IN DIFESA DELLA LIBERTA’.

LIBERTA' DI STAMPA

“La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa,

ed essa non può essere limitata senza che vada perduta”

Thomas Jefferson

LIBERTA' DI STAMPA

Non permetteremo che una fascia nera seppellisca

i diritti fondamentali di uno stato libero e democratico.

Siamo in un momento cruciale di difesa della legalità costituzionale e della democrazia repubblicana,

di quei diritti che abbiamo troppo spesso dato per scontati

e che oggi vengono messi in pericolo

dalla cultura del “ghe pensi mì”

di un presidente del consiglio, padre e padrone

di un’era politica cieca di fronte ai diritti

e costruita sui “favori” personali e di cricca.

“La via da percorrere non è facile né sicura,

ma deve essere percorsa e lo sarà.”

Manifesto di Ventotene 1943.



“decisi a riscattare la vergogna ed il terrore del mondo”

“La Costituzione è il fondamento della Repubblica.

Se cade dal cuore del popolo,

se non è rispettata dalle autorità politiche,

se non è difesa dal governo e dal Parlamento,

se è manomessa dai partiti

verrà a mancare il terreno sodo

sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni

e ancorate le nostre libertà.”

Luigi Sturzo, in un discorso al Senato della Repubblica, 27 giugno 1957

DIFENDERE LA COSTITUZIONE


“Se voi volete andare in pellegrinaggio

nel luogo dove è nata la nostra Costituzione,

andate nelle montagne dove caddero i partigiani

nelle carceri dove furono imprigionati,

nei campi dove furono impiccati.

Dovunque è morto un italiano

per riscattare la libertà e la dignità,

andate lì, o giovani, col pensiero

perchè lì è nata la nostra costituzione.”

Pietro Calamandrei

“I principi fondamentali della costituzione sono incisi

sulla roccia di un patto giurato fra uomini liberi

che volontari si adunarono per dignità, non per odio,

decisi a riscattare la vergogna ed il terrore del mondo”

Pietro Calamandrei